11/12/08

senza attributi

Il mio uomo non risponde in nulla ai canoni del mio tipo ideale. Innanzi tutto il mio “compagno per la vita” dovrebbe essere alto e lui proprio non lo è. Poi a me piacciono ambiziosi e, nel dizionario dei sinonimi e contrari, alla voce contrario di, se guardate ci trovate la sua faccia sorridente. Ma tant’è… è cinico e crudele ed ha un senso dell’umorismo e dell’autoironia da spaccargli la faccia così me ne sono innamorata.

In realtà io subito non l’avevo capito che mi piaceva così tanto. Volevo solo uscirci a cena. Mi pareva che avrei passato una serata divertente. E così gliel’ho chiesto. Esci con me una sera? Come faccio sempre io in questi casi (dovevo nasarla che andava così) lui mi ha detto “volentieri quando passo dalle tue parti più che volentieri”. Ma da quel momento in poi, chiaramente, dalle mie parti non ci doveva passare mai.

Ora: io non sono una che insiste ma con lui ho insistito. Sempre così, la buttavo sull’amicizia compagnona del dai che usciamo per un pizza, birra e rutto libero una sera se sei da queste parti e lui sempre certo certo è logico.

Fatto sta che son passati dei mesi ed a me sono girate le balle. Perché io sono buona e cara ma non ti posso chiedere di uscire dieci volte e beccarmi sto quantitativo industriale di due di picche e così ho deciso di starmi zitta per una volta in vita mia e, per preservare il mio orgoglio ed amor proprio feriti, mi son giurata che, se mai mi avesse chiesto lui di uscire un giorno, IO, mi cascassero le orecchie, non avrei accettato. Mai! Mai! Mai! Fosse stata l’ultima cosa che avrei fatto nella vita. Lui non avrebbe mai potuto godere della mia fantastica compagnia. Un giorno se ne sarebbe pentito amaramente ed io gli avrei detto bentistà. Lui avrebbe pensato e ripensato a tutte le volte che aveva avuto, a portata di mano la felicità e l’aveva gettata via. Lui avrebbe sofferto solo ed io invece sarei stata sempre giovane e bella e corteggiata e molto più felice di lui. Tiè. (poi ho ripreso a giocare col mio amichetto Tavor ed il mondo è tornato a sorridermi)

Il dieci agosto 2004 mi manda un SMS chiedendo se ero libera per cena la sera dopo. Ci ho pensato e ripensato. Ho guardato il messaggio lungamente e, dopo una attenta analisi di, tipo, tre nanosecondi, ho risposto: occhei! (sempre detto che sono una donna senza coglioni!)

7 commenti:

randomante ha detto...

hai fatto bene. ma ora puoi anche cancellarlo quell'sms eh

pino ha detto...

sai cosa t'invidio?...la memoria!!!
un sms di 4 anni fa!!??? macchè c'hai un hard disk al posto della zucca??...ripero che 'nvidia!!!

Anonimo ha detto...

...il mio uomo....
...2004...

mumble...
mumble....


...continuo a pensare quello che sto pensando?
...o mi presti il tavor?

anche se preferirei la prima....

la Froggy

chebellochebellochebellochecisei!!!!

Unknown ha detto...

@rabdomante:
vuoi dire che avrei dovuto tenerlo?

@pino:
ehm... come dire... il giorno dopo ci siamo visti e da allora son passati 4 anni. cioè... intendo dire che... si insomma, direi che ho ceduto in tutti i sensi io la sera dopo! :D

@frogGANZA:
EH! non riesco a liberarmene. peggio de na cozza :D
si si... ancora lui... il bascardo insaid! :D
(aperol.spritz@gmail.com... che mi giri la tua mail ed il numero di telefono che ho cambiato cellulare ed ho perso quasi tutti i numeri vecchi...)

Anonimo ha detto...

Vorrei ricordare che esiste una versione di questa storia con la frase "probabilmente era a corto di figa"
Tutto questo per l'oggettività storica degli avvenimenti.

Salazar ha detto...

Risposta a domanda.
Cosa ci faccio in Brasile?, ci vivo in Brasile. Da sette anni, o sono otto? Quando sono cadute le torri a New York io sono venuto in Brasile, loro sono cadute là e io sono venuto qua. Tu dirai: cosa c’entra. Non c’entra, pero anche se non venivo in Brasile loro cadevano lo stasso, no? Tu dirai: certo, ma cosa c’entra?, e io sono venuto lo stesso. Ho lasciato l’Italia la e sono venuto qua, non potevo venire qua se non lasciavo l‘Italia là, giusto? Giusto. Ma ho lasciato la macchina là. E ho pensato: come faccio a vivere qua e lasciare la macchina là? Non la posso mica usare se é là e io sono qua, giusto? Giusto. Allora ho pensato di comprare una macchina qua, anche se ne ho un’altra di là, e ho pensato di usare la macchina che ho qua e di lasciar stare la macchina che ho là, perché tanto é la e non la posso usare se sono qua, giusto? Giusto. Allora a luglio sono andato in Italia, l’Italia é là, giusto? Giusto. Erano sette anni che usavo la macchina di qua, perché sono qua, e sette anni che non usavo la macchina di là, perché non ero là. E la macchina, povera piccola, era là tutta sola, e c’aveva le ruote quadrate di tanto stare ferma. Allora l’ho venduta. Ho fatto bene, giusto? Giusto. Come mi é dispiaciuto vendere la macchina che avevo là, povera piccola, ma aveva le ruote quadrate e allora l’ho venduta. La mia porsche gialla, l’ho venduta ad uno di Padova. Credo si chiamasse Franco.

PS: ma guarda cosa si mette a scrivere, uno, quando torna a casa alle tre e mezza del mattino. Prometto che non lo farò più.

Unknown ha detto...

@john:
sei il mio bibliografo preferito! :D
avevo tentato di dimenticare la verità ma poi le mie azioni mi perseguitano :)

@salazar:
anche mia sorella è in brasile in questo momento. si chiama Chiara.
la conosci? quando la sento le chiedo se ti conosce! :D
(LOL)